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Tutti noi siamo anime che vivono per mettersi alla prova e migliorarsi.
Miglioriamo solo facendo più esperienze possibili, perché tramite esse capiamo cosa ci piace e cosa non ci piace e dunque ci conosciamo. Più ci conosciamo più sappiamo come comportarci per avere serenità e questo ci avvicina alla Luce.
Ogni scelta che facciamo perciò, a seconda che ci porti serenità o ansia, può essere positiva o negativa per noi ma anche per gli altri: già perché quando stiamo bene noi facciamo stare bene anche gli altri, oppure diversamente, se stiamo male noi facciamo stare male gli altri.
Una scelta diciamo che è positiva quando ci avvicina alle Sacre Leggi Universali del Cosmo e così il nostro corpo, la nostra mente, la nostra anima e dunque la nostra vita cominciano a produrre armonia, serenità, tranquillità. Significa che nel nostro operato diamo il meglio di noi e mettiamo a disposizione questo meglio per gli altri in termini di benefici e altruismo.
Esempio: se una persona è felice e serena solo quando fa artigianato, lavoro che ama nel profondo e che ha scelto anche se i parenti vogliono che diventi avvocato o medico, allora darà il suo meglio e molti clienti ne apprezzeranno i risultati, vivrà perciò con onestà e abbondanza, al che deciderà di realizzare il suo sogno e farà una famiglia crescendo figli su questi valori di serenità, onestà e dignità.
Ecco questo è un esempio molto banale di stare bene (noi) ed estenderlo ad altri (coniuge, figli etc.).
Una scelta è negativa quando ci allontana dalle Sacre Leggi Universali, e perciò anziché vivere assecondando il flusso delle Leggi è come se nuotassimo contro corrente, producendo disarmonia stiamo male dentro di noi e le cose che facciamo escono a metà senza effetti benefici sugli altri, siamo irrequieti, chiusi, tormentati e non riusciamo a dare nulla agli altri.
Esempio: se una persona fa il lavoro che tutti si aspettano che faccia anziché ciò che ama, allora sarà insoddisfatta e irrequieta, il lavoro la logorerà a tal punto che cadrà in depressione e solitudine allontanandosi da tutti e provando rancore per il mondo separandosi da tutti gli affetti.
Quando vibriamo in armonia dunque, siamo come una pioggia che porta acqua e vita, ma se in disequilibrio nel troppo o nel troppo poco, porta alluvioni o siccità, cioè sofferenza e morte.
Ogni essere umano quando compie una scelta, può dunque produrre nella sua vita effetti positivi o negativi, cioè Luce od Oscurità per sé e gli altri.
Più in generale però, qualsiasi scelta compiamo, che produca armonia o disarmonia, accresce la nostra e l’altrui esperienza e dunque è comunque Luce, poiché Tutto ciò che avviene ed è compiuto rientra nel Piano Divino.
Un Guerriero dell’Anima è perciò un’anima che sta oscillando tra armonia e disarmonia cercando di comprendersi al meglio, cioè sta combattendo per migliorarsi – anche se il termine combattere non è quello più indicato. Perciò produce Luce e Ombra, oscilla tra pace e sofferenza, crea amore e dissidi sinché non trova l’equilibrio.
È come una lampada che in una stanza al buio si accende e si spegne impedendoti di ambientarti e di fare alcunchè in serenità.
Un Guerriero di Luce è invece un’anima che ha trovato la sua armonia, il suo canale di espressione, sta rispettando i propri talenti e accogliendo i propri difetti perciò produce Luce e Amore ovunque sia e ovunque vada perché con la sua presenza porta gioia, comprensione e nitore anche se si trova in mezzo all’Ombra.
È come una lampada che fa luce costante in una stanza al buio e perciò permette a chiunque di sostare lì per mangiare, studiare, chiacchierare.
Illuminante. Sarebbe perfino molto facile, in teoria. In pratica la quadratura del cerchio è impossible: non ci sono né anima, né luce, in questa vita, bensì solo stupidità infinita.
Sono convinto che tu sia alla ricerca – altrimenti non leggeresti nè indagheresti ma staresti semplicemente fermo o anche peggio. Chi cerca è sempre mosso dalla fiducia e dalla speranza di trovare luce per la tua anima e cioè conoscenza, amore e serenità. A volte però abbiamo bisogno di allontanarci da chi invece ci toglie fiducia nel prossimo, in noi e nel futuro. Così la ricerca potrà riprendere.